Effetto Seneca

Sarebbe una consolazione per la nostra debolezza e per i nostri beni se tutto andasse in rovina con la stessa lentezza con cui si produce.
Invece, l'incremento è graduale, la rovina precipitosa.

Lucio Anneo Seneca

Vedi video

Un futuro non distante. Otto e Nove sono i giovani sopravvissuti ad una catastrofe globale. Le loro riserve di cibo e di acqua si stanno esaurendo. La Terra è un immensa brughiera arida e desolata senza colori, senza frutti, senza vita.

E' regola dei superstiti non usare i loro nomi, ma chiamarsi per numero. Il passato va evocato il meno possibile così come ogni riferimento alle loro identità e alle vite che avevano prima del disastro. In questo “dopo” fatto di nulla e di strenua resistenza ogni forma di ego è sacrificata per un fine più alto: collaborare per sopravvivere.

Otto ha appena seppellito Dieci, un uomo con il quale hanno condiviso gli ultimi sei anni nel tentativo disperato di restare vivi. Quando torna da Nove, ha con se gli scarponi di Dieci è un foglio trovato accanto al suo corpo esangue.

Il foglio contiene le ultime volontà di Dieci che, ormai anziano e stanco, si è tolto la vita perché loro, giovani, potessero continuare a vivere. Gli lascia il proprio corpo, le sue razioni di cibo e di acqua e i pochi oggetti personali che teneva gelosamente dentro una logora scatola.

Otto e Nove aprono la scatola e si dividono il contenuto. Otto prende gli scarponi e un vecchio orologio da polso e Nove un coltello e due quaderni rilegati a diario.

Il sacrificio di Dieci e il suo diario, sconvolgono la routine di Otto e di Nove.
Dalla lettura delle pagine del diario affiorano frammenti della vita di un tempo e attraverso i ricordi e le considerazioni di Dieci, i due sopravvissuti tradiscono alla regola di nessuna evocazione del passato iniziando a parlare di sé stessi: dicono il loro nome, da dove vengono, e come fosse la loro vita prima che tutto morisse. Ora non sono più Otto e Nove, ma “individui” con una storia da raccontare e da condividere.

Durante questo percorso di ristrutturazione delle loro identità, dalle pagine del diario emerge una scoperta che fa sperare in un futuro di rinascita: Dieci scrive di aver visto a ridosso di un albero di Faggio, apparentemente senza vita, una muffa o un fungo e che questo starebbe a significare che la terra si sta rigenerando.

Nove propone di partire e riprendere il cammino verso Nord in cerca di cibo e di un qualche avamposto di civiltà, ma Otto si rifiuta, convinto che altrove troverebbero la stessa desolazione e che le parole di Dieci altro non sono che i vaneggiamenti di un vecchio disperato.
Continuano a discutere convinti ognuno di avere ragione. Il principio del “collaborare per sopravvivere” inizia a vacillare. Fino a quando una mattina Otto scopre un germoglio tra le zolle aride del terreno. In un paesaggio grigio e sterile il verde del germoglio sfavilla come un raggio di sole.

Una gioia euforica li pervade e i due superstiti iniziano a fantasticare su un nuovo inizio e un ritorno alla vita. Risolto il conflitto sul partire o restare, Otto e Nove si dedicano alla cura del germoglio il cui valore, ormai, assume il valore delle loro stesse vite.

Presto, quello che sembrava un dono divino, si trasforma nell'oggetto del contendere, dando vita a una escalation di recriminazioni e comportamenti aggressivi che metteranno Nove e Otto l'uno contro l'altro in una lotta per il dominio sul germoglio che si spingerà fino all'uccisione di uno dei due e al tragico finale dell'unico superstite; sopravvissuto, si, ma condannato ad una solitudine eterna.

Di Alessandra Schiavoni
Distribuito da MaT & Teo - Michela Russo