STRIA - Persecuzioni in terra insubre

Stria è il frutto di una ricerca storica documentata sul territorio insubre da Milano fino ai confini della Svizzera e si è avvalso, per le fonti storiche, del sostegno del Dipartimento di Scienze dalla Comunicazione dell'Università dell'Insubria di Varese. L'ateneo, è depositario degli atti processuali originali, miracolosamente sfuggiti al grande rogo di tutta la documentazione relativa ai processi alle streghe, tenutosi a Milano nel 1850, da cui la vicenda della protagonista Rusina, trae spunto. Fedeli alla storia, sono anche i riferimenti alla figure della legge e ai luoghi, dove le persecuzioni ebbero sede.
Oltre al tema della persecuzione femminili, lo spettacolo affronta anche altri temi di schiacciante attualità: quello della giustizia di “genere”, il fenomeno sociologico del capro espiatorio e i dubbi relativi all'esperienza spirituale in un difficile contesto storico e religioso. Dallo spettacolo emerge quel lebenswelt proprio del mondo contadino, un punto di vista vitale sul mondo, lo spazio e il tempo. Un mondo di umili, di persone comuni, intessuto di marginalità di cui raccontare le complesse dinamiche storico, sociali, politiche e antropologiche che, nell'universo degli sfruttati, trovano un punto di riferimento anche contemporaneo.

SINOSSI
Rusina De Cilla, detta Scaviona per via della sua folta chioma rosso fuoco, è cresciuta tra pratiche di medicina arborea intrise di una sapienza naturale antica, fatta di superstizioni legate alla terra, erbari di sopravvivenza e feste arboree. C'è un legno sacro nella radura dove le donne a volte si riuniscono. Quel legno, quei raduni femminili sono da tempo sotto l'attento controllo della Santa Inquisizione. Cosima, un'amica d'infanzia di Rusina, viene violentata brutalmente da un uomo uso a simili atti. Le donne preparano una vendetta. L'innocenza di Rusina è l'esca per attirare il colpevole, non avendo altro riscontro di giustizia. Rusina viene accusata di stregoneria e immolata sul rogo.

STRUTTURA DELLO SPETTACOLO
Lo spettacolo è concepito come un melologo, in cui la drammaturgia testuale si innesta in quella musicale, sempre presente per tutta la durata dello spettacolo. Il repertorio musicale si sviluppa lungo tre canali: un repertorio contemporaneo, uno popolare ed uno elettronico. Uno spettacolo in cui la contaminazione tra suono, musica e parola narrata si alterna in continui flash back. Una storia dai toni noir molto intensa dove si susseguono parti di testo in prima persona e in terza, canzoni, improvvisazioni vocaliche e passaggi di danza contemporanea. Di particolare interesse è anche la ricerca effettuata sulla lingua in cui lo spettacolo viene proposto. Una drammaturgia che affianca all'uso dell'italiano forbito di matrice cinquecentesca per la prosa della legge o l'italiano contemporaneo per la parte narrata in terza persona, una lingua italiana con sporcature dialettali di matrice Testoriana.
La drammaturgia è stata tradotta e recitata a New York dove lo spettacolo nel 2018 è stato scelto e rappresentato in una tourneé internazionale di quindici giorni tra Manhattan e Brooklyn all'interno del Festival di teatro italiano contemporaneo “In Scena”, che presenta, ogni anno, il meglio del teatro contemporaneo italiano.
Lo spettacolo ha vinto il premio come miglior spettacolo, drammaturgia ed interpretazione al Teatro Festival Valtellina nel 2018 e il premio della rivista “ECHI DONNA” nel giugno 2019 per l'impegno dedicato al femminile attraverso il teatro e per aver portato la cultura lombarda oltre oceano.

La durata è di 70 minuti senza intervallo.

Distribuito da MaT & Teo - Michela Russo